Sia che si tratti di lavori professionali o di interventi in modalità fai-da-te, ci sono alcuni elettroutensili la cui presenza è sempre richiesta.

Tra questi bisogna citare in primis la levigatrice, le cui molte tipologie si adattano ad operazioni specifiche e diverse tra loro. La scelta di questo accessorio non è sempre agevole, occorre iniziare da una corretta messa a fuoco delle operazioni che si ha intenzione di compiere per confrontare rapidamente i modelli a disposizione sul mercato.

Potenza, alimentazione e praticità

Bisogna iniziare valutando la potenza della levigatrice, principale elemento distintivo necessario a comprenderne la capacità di affrontare certi tipi di superfici e sforzi più o meno prolungati nel tempo.

Tra le caratteristiche da prendere in considerazione per la scelta c’è poi il tipo di alimentazione. Si trovano in vendita levigatrici a batteria così come modelli che invece devono essere collegati a una presa elettrica. Quest’ultima modalità garantisce una maggior potenza ma le cose si complicano quando si devono raggiungere punti della stanza troppo lontani (è il filo stesso in certi casi ad essere di intralcio nei lavori).

I modelli di levigatrice a batteria, detti anche ‘cordless’, se da un lato assicurano maggior praticità e maneggevolezza dall’altro possono liberare una potenza ridotta: il tempo necessario a compiere certi lavori, insomma, è pronto a lievitare.

Prendiamo a questo punto in esame un altro aspetto, quello relativo alla potenza espressa in watt: a un ‘wattaggio’ più alto corrisponderà una maggior potenza che la levigatrice potrà trasmettere ad accessori quali dischi o carta abrasiva.

Se volete privilegiare l’aspetto della potenza e dunque la performance, non dovreste scendere al di sotto dei 750 watt. Mentre per una maggior flessibilità in merito a zone e superfici complesse è bene orientarsi su modelli che pesano meno di due chili.

Quali sono le tipologie di levigatrice più utilizzate

E’ corretto affermare che nel mare magnum di opportunità di scelta vi sono alcune tipologie di levigatrice che risultano maggiormente impiegate, sia in ambito professionale che in quello dell’hobbistica.

Il riferimento è in primis a:

  • levigatrice a nastro;
  • levigatrice orbitale;
  • levigatrice angolare.

Vediamo quali sono le caratteristiche e le differenze relative a questi modelli.

La levigatrice a nastro è decisamente versatile: è possibile sfruttarne al meglio la superficie levigante senza dover imprimere un’eccessiva pressione. I movimenti sono fluidi e i tempi tecnici si riducono. E’ la miglior levigatrice legno e consente di renderlo perfettamente liscio e omogeneo, ideale anche per il fai-da-te.

Per quanto riguarda la levigatrice orbitale viene impiegata nel caso in cui si vogliano ottenere superfici – specie quelle più fini – non solo lisce ma anche prive di sbavature, definendone il grado di compattezza. Funziona per mezzo della vibrazione di una suola, la quale potrà essere circolare o rettangolare.

Infine uno sguardo alla levigatrice angolare, che viene generalmente impiegata nel caso in cui si debbano lavorare superfici dalle quali si punta ad asportare una quantità consistente di materiale (assicurano alta maneggevolezza).

Un consiglio? A prescindere dal modello e dal lavoro, proteggetevi sempre con occhiali ad hoc: eviterete problemi legati alla presenza di polvere o schegge.