In queste settimane di impegno comune si è parlato di molti e diversi argomenti che avevano tutti come denominatore comune l’emergenza Coronavirus. Si è parlato anche di impianti per la climatizzazione e di rischi relativi al contagio da Covid-19, visto che si approssima l’estate con le sue temperature calde.

Assoclima è intervenuta per fare chiarezza proprio in merito alla delicata tematica di Coronavirus condizionatori finita al centro del dibattito, spiegando come gli impianti di climatizzazione siano alleati nella lotta alla pandemia e nella riduzione dei rischi legati al contagio, non il contrario. Il consiglio che è arrivato direttamente dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’OMS (Organizzazione mondiale della sanità), relativo in particolare ai luoghi chiusi, è quello di immettervi aria esterna il più possibile.

Questo perché la concentrazione del virus all’aperto è molto bassa, tale da non costituire un pericolo di contagio per nessuno. Assoclima sottolinea come la climatizzazione sia utile nella lotta alla pandemia e come gli impianti debbano essere mantenuti in funzione.

L’immissione di aria dall’esterno e come effettuarla

Le modalità per immettere aria dall’esterno sono sostanzialmente due: aprire le finestre (vale sia per le case che per uffici e locali pubblici) oppure ricorrere a impianti di climatizzazione, che utilizzano la ventilazione forzata. Nel primo caso, però, la quantità di aria che è possibile far entrare nell’ambiente spesso è insufficiente a un corretto ricambio: in certe zone della stanza potrebbe finire per ristagnare comunque.

Mentre invece con la ventilazione forzata si riesce a immettere tutta l’aria che serve al perfetto ricambio: si riduce così il rischio contagio. Assoclima sottolinea poi un altro aspetto: dal momento che – come accennato – il virus non si concentra nell’aria esterna, non può essere trasmesso dai canali degli impianti che la diffondono all’interno. Con un distinguo importante, indicato anche nel prontuario dell’AiCARR (acronimo di Associazione italiana Condizionamento dell’Aria Riscaldamento Refrigerazione). In certe tipologie di impianti può capitare che si verifichi un aumento dei rischi nel caso in cui vi siano ricircoli dell’aria tra locali.

Le situazioni di rischio e l’accensione degli impianti

Il rischio condizionatori Coronavirus non c’è poi nel momento in cui all’interno di un’abitazione non vi siano delle persone contagiate.

In questo caso, accendere il climatizzatore non potrebbe in alcun modo influire sul rischio contagio. Sono infatti le persone contagiate a determinare una situazione di rischio, non certo l’impianto. Gli esperti sono infine concordi sul fatto che lo spegnimento dei condizionatori non sia una misura utile per limitare la diffusione del Covid-19 tra le persone.

Per gli ambienti non residenziali è chiaro che, specie in quelle zone geografiche a più alto rischio, assieme al distanziamento e all’uso di protezioni come mascherine e visiere occorre effettuare la completa sanificazione al momento della riapertura di qualsiasi attività.

Occorre anche la programmazione di una pulizia quotidiana e di una sanificazione periodica. Nelle abitazioni, inoltre, con il cambio di stagione occorre effettuare la corretta pulizia e manutenzione degli impianti di climatizzazione per un funzionamento al top.