Con la fine dell’estate e l’inizio della stagione delle piogge bisogna cominciare a fare mente locale sugli step da compiere per l’arrivo del freddo. Le temperature in ottobre e novembre si abbassano in maniera netta e inesorabile.

A un certo punto diventa necessario tornare ad attivare gli impianti riscaldamento, sia per quanto riguarda le ditte che le private abitazioni.

Cerchiamo di mettere a fuoco le relative procedure da porre in essere, tenendo presente che il nostro Paese è suddiviso in sei diverse zone climatiche – diversificate in base a quella che è la temperatura media nel corso dell’anno solare – e che in ciascuna di esse varia il giorno di inizio accensione impianti riscaldamento (indicativamente si va da metà ottobre all’inizio di dicembre).

Il DPR 412/1993 stabilisce di non superare la temperatura di 20 gradi. La normativa precisa – oltre al giorno dell’accensione dell’impianto – il massimo numero di ore in cui mantenerlo attivo.

Per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento domestici bisogna poi ricordare che non possono essere i condomini a stabilire quando e per quanto tempo accendere il riscaldamento: l’obiettivo è quello di ottenere un certo risparmio energetico.

Il check all’impianto in ottica green e le fasce orarie per l’utilizzo

In generale, è sempre bene fare un check all’impianto di riscaldamento: se quest’ultimo infatti dovesse avere un’età superiore ai 15 anni, sarebbe bene valutarne, proprio in ottica green, la sostituzione con una caldaia a condensazione, una pompa di calore o altri impianti alimentati con acqua riscaldata tramite impianto solare.

Ci sono poi ulteriori indicazioni sempre provenienti dalla normativa nazionale che riguardano gli impianti di riscaldamento accensione e in particolare i limiti di orario.

E’ previsto che sia possibile accendere gli impianti riscaldamento la mattina dopo le 5, mentre per quanto riguarda lo spegnimento questo deve avvenire entro le 23.

Sarà comunque utile precisare che si tratta di una limitazione alla quale sfuggono quegli impianti che risultino, ad esempio, dotati di un cronotermostato e dunque diano modo di contabilizzare il calore.

Inoltre, in presenza di situazioni ed esigenze particolari, i sindaci hanno facoltà di ampliare questi stessi orari.

Pulizia e manutenzione: la mappa dei consigli

Gli impianti riscaldamento sono punti di riferimento assoluti nel contesto domestico, veri e propri compagni di viaggio nei mesi più freddi.

E’ importante che il loro funzionamento sia sempre al top, così come la loro pulizia: in caso contrario, potrebbero sorgere grossi problemi.

Nel caso in cui si continui a percepire una sensazione di freddo, nonostante i riscaldamenti accesi, è bene controllare che non vi siano – per esempio – perdite in corrispondenza delle chiusure delle finestre.

Il consiglio è quello di effettuare un intervento per ripristinare la situazione, inserendo eventualmente dei doppi vetri ma è chiaro che si tratta di situazioni soggettive.

Se il vostro impianto di riscaldamento possiede un serbatoio per il combustibile, ricordate che ciclicamente dovranno essere svolte delle accurate operazioni di pulizia (per il gasolio ogni sei anni, per altre tipologie invece tre).

Infine, un focus sulle prove di rendimento del generatore di calore (per controllare il livello delle emissioni): questo step è richiesto almeno ogni due anni.